Lascio Selinunte dopo un’abbondante colazione da Salvatore “il pescatore”. Passo dal porto e poi risalgo per prendere la strada verso Menfi. Bellissimo paesaggio agricolo con vigneti e coltivazioni di carciofi e il mare sullo sfondo. Verso Menfi trovo persino una ciclabile che corre quasi parallela alla provinciale. A dire il vero molto malandata. Trovato anche un paio di cani randagi del genere tranquillo. La strada è un intervallo di pianura poi salita sulle colline che dividono un pianoro dal successivo e discesa verso la prossima piana. Piacevole. L’occhio è attento alla strada e l’orecchio all”abbaiare di qualche cane. Arrivo a Sciacca verso l’ora di pranzo. Prima di addentare il mio panino alla milza, scambio due parole con un ex prof di letteratura che mi spiega la storia del posto. La zona era il confine tra Cartaginesi e Greci, poi sono arrivati i romani, anche perché ci sono le sorgenti di acqua sulfurea, cioè terme. Il prof mi spiega che i punti dove esce l’acqua termale sono sempre in movimento e sulla strada che dovrei fare ne è spuntato uno da poco tempo. Ringrazio e saluto e mi dedico al cibo. Ripresa la strada cerco la sorgente e la trovo. Una pozza d’acqua calda a circa 50 °C.
Sulla strada verso Agrigento passo da Ribera, la patria delle arance. Mi fermo a comprarne due di numero e quando faccio per pagare, il tizio mi dice :”Qui siamo a Ribera,vuoi che ti faccio pagare due arance?” E così per ricambiare la cortesia abbiamo chiaccherato un po’ e ho ascoltato lo sfogo di una Sicilia che potrebbe essere ricca ma che non funziona. Arrivo al campeggio, c’è anche la piscina e dentro ci sono pure le rane.
Gra.. gra…