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Tre nazioni in 1 giorno

Giorno 4 : Trieste -Novigrad

Partito da Trieste cercando la Parenzana.
Una ferrovia in disuso convertita in ciclabile. 120 km tra mare, colline, boschi, vigne. Ne ho fatti 85. Tutta asfaltata la parte slovena.In un tratto immerso nel bosco, un cartello dice che sono in Slovenia. Kapodistria, Portorose, Umago si stanno preparando ad accogliere la massa turistica dell’estate. Dopo le saline di Salicce e qualche su e giù, la ciclabile sbuca su una strada enorme con un casello tipo autostrada. È la frontiera con la Croazia. Come al confine Italo-Svizzero di Bizzarrone, il doganiere Sloveno fa segno di andare, mentre quello croato vuole vedere i documenti. La Parenzana della parte croata è più da Mountain bike, ma la vista sulle saline ripaga la fatica. Arrivo a Novigrad con le riserve al minimo. Stasera Pizza.

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Est Est Est (non il vino)

Giorno 3 : Palazzolo Stella – Trieste

Stamattina avevo programmato una giornata tranquilla, visto che ero a 57 km da Trieste, il mio obbiettivo. Poi trovo una ciclabile che va dritto ad Aquileia, che fai? Non vuoi andarci? Tanto c’è tempo. Bellissimo il pavimento a mosaico della basilica. Devo dire a malincuore :”Più bello di quello di Otranto”. Poi ciclabile fino al litorale di Grado.
Poi scopri che non ci sono più ponti per passare l’Isonzo. Devi tornare indietro. E sono altri kilometri, che sono diventati 100.
Strada costiera per Trieste con lungomare e bagnanti in costume. Aria di vacanze.
Pedalando sempre verso Est l’Italia è finita, ma c’è ancora un posto in Italia più a Est di Trieste :
Punta Palascia, vicino a Otranto.

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La bicicletta va lontano senza violentare le violette

Giorno 2 : Jesolo – Palazzolo Stella

Lucas, il ragazzo francese che distribuisce semi di fiori per le api è simpatico. Pochi ragazzi della sua età (24) hanno il coraggio di prender la bici e andare in Grecia per vedere com’è la situazione laggiù. Stamattina pioveva, abbiamo temporeggiato, poi Lucas dice : “Peggio dell’acqua c’è il vento”. Allora partiamo e puntualmente arriva anche la bora. Si canta sotto l’acqua e magicamente spiove.
Rimane la bora, che qui dicono che se è maschio dura un giormo e se è femmina dura tre.
Parlo con Lucas di tutto un po’ senza accorgermi della differenza di età.
Mi sono fatto rispiegare la storia dei semi.
Oggi le nostre strade  si sono divise, forse solo per il momento.
Abbiamo ritmi diversi. Lui fa la spesa alla Lidl e, a metà giornata, mette su l’acqua per la pasta, io più borghesemente, mi faccio un panino al bar. Lui fa campeggio selvaggio e io, data l’età , come minimo un B&B. Ma ci siamo capiti, siamo diventati amici.
Mi ha regalato questa frase ricordo:
” le velo va loin sans violer le violettes”.

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2016 : Di nuovo verso il Salento

Giorno 1 : Padova – Jesolo

Dovevo partire settimana scorsa, ma il meteo e altri contrattempi mi hanno fatto rimandare. Ne ho approfittato per andare a votare, e per portarmi avanti, ho caricato la bici su un autobus per Padova. Certo, non è come uscire dal cancello di casa in sella alla bicicletta pensando: posso andare dove voglio. Il pulman, invece va dove vuole l’autista. Da Padova verso Nord-est sono canali e strade dritte. Anche quella che porta a S.Maria di Sala, Il paese natale della mia mamma.
Questo viaggio potrebbe cominciare da qui, e potrebbe finire simbolicamente al paese natale di mio padre, Tuglie, nel Salento.
P.S.: Incontrato Lucas, cicloturista francese diretto in Grecia. Decisamente sovraccacarico. Nel suo bagaglio anche dei semi di fiori che piacciono alle api, da distribuire durante il viaggio. Il mondo è bello perché è vario.

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